Roma - Fisioterapisti, logopedisti, Federazione italiana superamento handicap e Cittadinanzattiva bocciano il nuovo Piano di indirizzo per la riabilitazione.
Linee guida che, a loro parere, sono controproducenti e mettono a rischio la cura di migliaia di disabili, ma anche coloro che risiedono nei presidi socio-sanitari.
Il documento, che sarà votato domani in Conferenza Stato Regioni, viene definito "autoreferenziale e non adeguato all'evoluzione che la riabilitazione ed il Sistema sanitario hanno subito in Italia".
"Scarsa attenzione ai pazienti".
Fra i principali punti criticati, c’è una scarsa attenzione “alle necessità biologiche, psicologiche e sociali della persona” e il fatto che non venga prevista “una sinergia” tra personale sanitario e famiglia.
Inoltre sono assenti le valutazioni “dei servizi territoriali e mancano le soluzioni alle storiche carenze di strutture per l’assistenza”.
Il problema coinvolge milioni di persone. Le quattro principali sigle coinvolte in questo settore: l’Associazione italiana fisioterapisti (Aifi), la Federazione dei logopedisti (Fli), la Federazione Italiana per il superamento handicap (Fish) e Cittadinanza attiva, con le sue due ‘reti’: Tribunale per i diritti del malato e Coordinamento nazionale associazioni dei malati cronici, auspicano che il piano così com’è non venga recepito dalle
Regioni in fase attuativa.
L’appello.
Il richiamo del Parlamento Salute 3: “Utilizzeremo ogni strumento legale atto a neutralizzare il tentativo di applicare questo piano non condiviso - spiega Antonio Bortone, presidente dell’Aifi – e non utile ai professionisti ed ai pazienti, ma solo alle corporazioni mediche”.
Le scelte del ministero.
Eppure, presentando il Piano per la Riabilitazione lo scorso ottobre, il ministero della Salute lo aveva definito un mezzo per garantire continuità assistenziale e un percorso personalizzato per la cura dei pazienti . Fra le novità presentate dallo stesso ministro, Ferruccio Fazio anche un maggiore attenzione alla riabilitazione ad alta specializzazione.
Soluzioni poco convincenti.
Le associazioni di settore giudicano comunque carenti le nuove linee guida. “Il piano svilisce e arresta la cultura dell’interdisciplinarietà che alimenta il lavoro di ogni équipe – dice Tiziana Rossetto, presidente Fli – dove ogni professionista della riabilitazione chiamato a rispondere dei propri programmi con obiettivi specifici”. “Cosa ancora più grave – sostengono i quattro rappresentanti delle associazioni – è la scarsità, per non dire l’assenza, di considerazioni su interventi e strategie per alcune condizioni specifiche di disabilità, prime fra tutte quella intellettiva e relazionale”.
Un sistema fermo.
Il piano aggiorna il sistema riabilitativo, fermo al 1998. La questione coinvolge quasi tre milioni di persone. Secondo l’ultima rilevazione Istat, in Italia i disabili sono oltre 2 milioni e mezzo. A loro vanno aggiunti i 200mila pazienti residenti nei presidi socio sanitari per raggiungere così le circa 2,8 milioni di persone.
Valeria Pini
La versione integrale di questo articolo è disponibile all’indirizzo: www.repubblica.it
[Fonte: Disablog]
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