Ricevo da Luigi Vittorio Beliri e pubblico con piacere:
Cos’è la "normalità" e cosa la "diversità"?
Chi rientra tra i "normali" e chi tra i "diversi"?
E' vita vera, degna, anche quella che non è "a norma"?
Ruota intorno a questi concetti - o preconcetti - il volume "Volere e Volare", di Carlo Bellieni e Luigi Vittorio Berliri, (Edizioni Cantagalli), presentato il 25 novembre scorso a Roma, in via degli Astalli 17.
Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, Eugenia Roccella, sottosegretario del Ministero della salute, e la scrittrice e giornalista Alessandra Di Pietro.
"Volere e Volare" è un libro nel quale "le motivazioni bioetiche, umane e letterarie si sommano a tal punto da formare un unico discorso non solo sulla vita di alcune persone, ma di tutti", scrive l’arcivescovo di Firenze mons. Giuseppe Betori nella prefazione.
Con un approccio molto diverso, narrativo l’uno e testimoniale l’altro, i due autori parlano del tema con piena cognizione di causa. Bellieni, neonatologo e membro corrispondente della Pontificia Academia Pro Vita, immagina, in una short novel di ispirazione storico–scientifica, un mondo cupo, in fondo non troppo dissimile dal nostro peggiore presente, dove gli essere umani non ritenuti “a norma” sono bollati come “eccedenze da smaltire”.
Berliri, presidente della cooperativa sociale Spes contra Spem, che gestisce alcune case famiglia romane per portatori di handicap, racconta testimonianze raccolte durante i suoi anni di attività.
Gli autori di “Volere e Volare” immaginano un mondo in cui il peso della diversità diventa sostenibile, non solo perché è “corretto”, ma perché la diversità dimora in ognuno di noi.
Perché l'unica cosa che rende uguale un uomo ad un altro è la diversità reciproca: non incontreremo mai due volti assolutamente identici, ma ciascun volto è il simbolo della vita.
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