mercoledì 6 maggio 2009

Mostra fotografica "Patas Arriba" il viaggio in Argentina.

Curata dagli operatori e i ragazzi dell’U.O. Disabili Adulti del IV Distretto
Martedì 19 maggio alle ore 18.00
Centro Diurno Fratelli Lumiere - Largo Fratelli Lumiere, 35/36 Roma

La mostra resterà aperta fino al 24 maggio, dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.

Il tema di questa mostra è il viaggio. Un viaggio eccezionale sembrerebbe. Fuori dei confini nazionali, a 12.000 miglia di distanza, 14 ore di volo.
Eppure l’eccezionalità di questo viaggio non consiste nella distanza da casa. Da anni ormai siamo abituati a modulare i Soggiorni Estivi sulle capacità dei nostri utenti e ogni anno si forma un gruppo di operatori e ragazzi disabili che progetta, insieme, il «viaggio». Un lavoro di gruppo che condivide la scelta dei percorsi, lo studio della storia locale e dei costumi con cui si verrà in contatto, con una metodologia che va dalla prefigurazione all’elaborazione dell’esperienza, utilizzando video, musica e foto, per fissarla nella memoria. In questi anni abbiamo visitato con i ragazzi numerosi paesi europei ed extra-europei: Spagna, Francia, Grecia, Tunisia… abbiamo viaggiato in treno, in nave ed in aereo.
L’eccezionalità di questa esperienza risiede altrove. La vera particolarità sta nel viaggio che abbiamo fatto nella storia di una condizione umana, quella della disabilità: dalla segregazione alla partecipazione.
E’ stata un’occasione importante, perché i nostri utenti hanno potuto prendere coscienza del cambiamento che si è prodotto nella società. Subnormale, portatore di handicap, disabile o diversamente abile, possono sembrare etichette dettate dal momento storico o dalle mode, ma sottendono la trasformazione della qualità della vita di un’intera categoria di persone e della percezione che ne ha la società.
Ha rappresentato l’opportunità di un confronto: inizialmente i ragazzi dicevano: “perché andiamo in Argentina con i matti, noi non siamo mica matti”, perché andiamo così lontano, che ci andiamo a fare? Eppure l’incontro con queste persone ha cancellato ogni forma di pregiudizio, sono le parole di un ragazzo che meglio hanno espresso lo spirito del gruppo e la solidarietà: “…era tutta gente come noi… per aiutare loro… per dare una mano, un aiuto…”.
Un viaggio per non dimenticare, dunque, per non dimenticare quello che i “diversi” hanno subito, forse non loro, non tutti, ma persone come loro e che in molti paesi del mondo ancora stanno subendo.
Un viaggio per valorizzare il percorso che in questi anni abbiamo fatto, loro come persone, noi come servizi.

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