A Roma, dopo le classi-ghetto per gli alunni      stranieri arriveranno quelle per i disabili.
E' una      provocazione, ma anche un timore espresso dalla direzione      nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti,      che si è riunita per discutere la mozione presentata alla Camera      dal leghista Roberto Cota. L'Unione italiana ciechi "ritiene di      dover manifestare il proprio dissenso da un atto tanto      discriminatorio, che colpisce ora gli alunni stranieri, ma che,      così continuando, potrebbe anche colpire altri alunni della      nostra scuola e, in particolare, gli alunni con disabilità".
    "Già la scuola aveva subito un trattamento decisamente negativo      da parte del Governo. I tagli effettuati dal Governo Berlusconi      sulla scuola con la manovra finanziaria sono pesantissimi: 8      miliardi di euro in tre anni, 87.400 docenti e 47.00 Ata -      ricorda in una nota - In base alla legge e alle affermazioni del      Ministro Gelmini, non dovrebbero essere ridotti gli insegnanti      di sostegno per i ragazzi disabili, ma non sappiamo se questo      vorrà o potrà essere mantenuto. I tagli operati nel tempo scuola      nocciono alla didattica in tutte le sue forme".
    Provvedimenti come quello "auspicato" dalla mozione Cota      riconducono "la nostra scuola a ritroso di diversi decenni. È      indispensabile - afferma l'Unione italiana ciechi - che il      Parlamento riveda integralmente tutto il problema ed elabori una      norma che preveda l'inclusione di tutti gli alunni, escluda      qualsiasi forma di discriminazione e sviluppi, attuandoli, quei      principi per i quali la scuola italiana aveva trovato tanti      apprezzamenti in Europa.
I ciechi italiani attendono norme che      ridiano serenità agli alunni con disabilità visiva ed ai loro      genitori e che concedano alla scuola risorse sufficienti      affinché possa svolgere la propria attività in maniera      costruttiva e con piena soddisfazione di tutti gli interessati".
[Fonte: Alterweb]
 
 
