Contrassegni per handicappati: tanti, incontrollati e spesso inverosimili.
Come quello della Porsche Carrera color piombo in via Bocca di Leone.
Oppure del veicolo con il bollino blu del Comune di Roma e il permesso per portatore di handicap di Campobasso. Nel viavai di auto al Tridente l'unica costante è questa: le auto parcheggiate grazie al contrassegno arancione sono circa la metà. "Il vigile dovrebbe aspettare il guidatore e fare una verifica: il permesso gli appartiene o è prestato? Insomma questi parcheggi sono necessari per accompagnare una persona invalida oppure la stanno privando di un suo diritto?" così chiede Simone, disabile.
A Roma il numero dei permessi è 60 mila. Per ogni titolo è possibile far entrare fino a tre auto. Un sistema "riformato" sei anni fa che avrebbe dovuto essere accompagnato da un supplemento di controlli che manca.
Eppure ci sarebbero varie ragioni per dubitare di alcuni abusi del contrassegno arancione.
Come pure della sua distribuzione "di massa": su ventisei auto parcheggiate in via del Babuino, sono undici quelle che hanno in dotazione il logo della sedia a rotelle, circa la metà. Ne hanno uno sia la Mini verde bosco parcheggiata di fronte a un gioielliere che la Peugeot azzurrina in sosta parallela dall'altra parte del marciapiede. Ce n'è uno sul parabrezza della Mercedes nera 4 Matic e sulla Smart blu proprio di fronte alle Gallerie Benucci.
Su una Fiat Cinquecento in prossimità delle vetrine dei Fratelli Rossetti; sulla Panda azzurrina (perlata) in sosta davanti a un portone e sulla Mercedes argento di fonte al civico 135 (in questo caso il numero di permesso e la data di scadenza sono pearltro illeggibili). Lo espone il proprietario di un'altra Cinquecento bianca assieme al biglietto scritto a mano "Sono in pizzeria" e lo ostenta anche una Nissan bianca dallo smalto scintillante come appena uscita dal concessionario. Magari anzi è stato proprio il contrassegno della sedia a rotelle ad autorizzare la sosta spericolata della Nissan che alle 13 di sabato mattina, è ben piazzata sui sampietrini di piazza di Spagna in un'area su cui solitamente convergono tre limitazioni: quella della zona a traffico limitato, una seconda dell'area riservata ai pedoni e infine il parcheggio per i taxi. Per la verità l'aura d'inviolabilità che avvolge la Nissan proprio al crocevia che compendia vari divieti è oggetto di curiosità da parte di qualche passante.
Ci vorrebbe qualcuno autorizzato a pensar male per mestiere (un vigile?).
Ma i "pizzardoni" del I Gruppo sostano tranquilli alla base della scalinata di Trinità dei Monti e i controlli al Babuino si limitano alla routine.
Altri stravaganti titolari di contrassegno per handicappati s'incontrano tra via Borgognona e via Condotti.
Esempio: la bionda guidatrice di una giardinetta Minor (un cult del '67) che scende la rampa di San Sebastianello con tre ragazzi in divisa da scuola allegramente piazzati sui sedili. Oppure il proprietario della Porsche Carrera color piombo che rombante e lanciata, sosta da un'ora (tra le 12, 30 e le 13,30 dello stesso sabato) tra l'Hotel d' Inghilterra e la boutique di Valentino in via Bocca di Leone.
Davvero è questa la vettura più adatta al portatore di un qualunque handicap? Un'auto che sfiora i 330 chilometri orari con l'abitacolo da pilota e l'accelerazione di un bolide? Eppure a giudicare dal permesso color arancio sul parabrezza nessun dubbio. Certamente sì.
(Ilaria Sacchettoni- Il Corriere della sera)
[Fonte: http://www.superabile.it]
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