Si svolgerà venerdì 18 novembre a Roma - dalle 9.00 presso l’Hotel Palatino in via Cavour 213 – il convegno nazionale “Disabilità e Federalismo: tutti i protagonisti a confronto nel Welfare che cambia”, organizzato da Anffas Onlus
con i patrocini di Anci, Regione Lazio, Roma Capitale e Conferenza
delle Regioni e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il convegno sarà aperto da Roberto Speziale, presidente nazionale di
Anffas Onlus, a cui seguirà, per i saluti istituzionali, l’On. Giordano
Tredicine, Presidente della V Commissione Consiliare Politiche sociali
di Roma Capitale.
Tra le altre personalità istituzionali che parteciperanno al convegno
vi sono Giacomo Bazzoni, presidente della Commissioni Affari Sociali e
Welfare dell’Anci e Lorena Rambaudi – assessore alle politiche sociali,
terzo settore, cooperazione allo sviluppo, politiche giovanili, pari
opportunità della Regione Liguria – in rappresentanza della Conferenza
delle Regioni che insieme a Pietro Barbieri, presidente della FISH –
Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, prenderanno parte
alla tavola rotonda pomeridiana.
In un periodo in cui la crisi sta gravando in misura sempre maggiore
sulle fasce più svantaggiate della società a causa di tagli
indiscriminati, la situazione sta divenendo più incerta ed ambigua per
l’incedere lento ma inesorabile della riforma che istituirà il
Federalismo, un progetto che pur non essendo ancora realtà ha già
prodotto notevoli conseguenze.
Già oggi, infatti, le disparità di trattamento nelle regioni italiane
in diversi ambiti sono una realtà, soprattutto in relazione alle
politiche sociali, già pesantemente colpite dall’azzeramento del Fondo
per la Non Autosufficienza e dalla progressiva riduzione di quello per
le Politiche Sociali. Una situazione che sta trascinando in basso anche
le Regioni “virtuose”, impossibilitate, a causa dei tagli, a portare
avanti le “buone prassi” e che rende sempre più inadempienti le altre
già in difficoltà.
In base alle informazioni e ai dati raccolti da Anffas Onlus
attraverso i suoi organismi regionali (Lombardia, Liguria, Piemonte,
Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Veneto, Marche, Abruzzo, Toscana,
Sardegna, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), infatti, sono numerose
le problematiche che le Regioni stanno affrontando con evidenti ricadute
sulla vita delle persone con disabilità e sulle loro famiglie.
Tranne alcune eccezioni – come nel caso della Regione Liguria che ha
visto il rifinanziamento del Fondo per la Non Autosufficienza del 50% e
della Regione Lombardia che ha ripristinato il Fondo Sociale Regionale –
infatti, la quasi totalità delle Regioni italiane sta affrontando,
soprattutto in seguito alle recenti manovre finanziarie, gravi
ripercussioni relativamente all’erogazione dei servizi destinati alle
persone con disabilità e ai loro familiari.
Tra questi: la riduzione delle risorse a sostegno del costo dei
servizi e la collegata richiesta di compartecipazione al costo,
l’abbassamento della qualità e della stessa quantità dei servizi, il
blocco degli inserimenti in strutture come centri diurni e simili, la
carenza di servizi di trasporto e la carenza di assistenza specialistica
nelle strutture scolastiche.
Una situazione esasperata, con conseguenti squilibri territoriali –
se, infatti, in Calabria e Campania in tutte le aree (scuola, lavoro,
assistenza, compartecipazione al costo, ecc.) relative alla disabilità
sono segnalate forti criticità, nelle Marche le criticità maggiori
riguardano l’inclusione lavorativa mentre in Sardegna è la questione
“Dopo di Noi” a registrare problemi – a cui le realtà regionali stanno
rispondendo in maniera differente, ad esempio: sblocco degli
accreditamenti in Lombardia, congelamento liste d’attesa e dei budget
assegnati alle AASSLL in Liguria, aumento degli interventi in regime di
domiciliarità in Piemonte, servizi domiciliari attivati in maniera
diversa in base ai comuni nella regione Calabria, tendenza al voucher di
servizio in Sicilia.
Due fattori, però, uniscono le Regioni: la quasi totale assenza di
dati regionali relativi alla lista d’attesa per accedere ai servizi, in
particolare ai servizi di riabilitazione in età evolutiva, di
semi-residenzialità e residenzialità, e l’assenza di indagini o
monitoraggi sul rapporto tra disabilità e povertà. Una mancanza, questa,
che da tempo Anffas sottolinea poiché senza dati non è possibile
realizzare politiche adeguate per andare incontro alle esigenze delle
persone con disabilità.
Dichiara Roberto Speziale, Presidente Nazionale Anffas Onlus: “Le
testimonianze dirette dei nostri rappresentanti regionali consentiranno
di offrire una panoramica delle condizioni reali in cui versano i
cittadini con disabilità nel nostro Paese e arrivare così all’obiettivo
che da tempo stiamo cercando di raggiungere, ossia creare un dialogo
fruttuoso tra le Istituzioni coinvolte nella tenuta dei sistemi di
welfare e i principali esponenti del Terzo Settore”.
[Fonte: Ufficio stampa Anffas Onlus]
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