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Casa al Plurale
Comunicato Stampa - 54 porte da non chiudere a rischio le case famiglia per disabili a Roma
- Ultima chiamata alla responsabilità per le istituzioni di Roma Capitale
- Mancano 1,5 milioni di euro per arrivare alla fine dell’anno
- Meno del 50% del necessario viene oggi corrisposto alle Case famiglia che assistono a Roma persone con disabilità gravi
- L’inevitabile chiusura delle Case famiglia: un dramma umano e sociale da scongiurare
Roma, 24 novembre 2011
- “Si chiude una porta, si apre un portone”. Non sarà questo però il destino che aspetta le 54 Case famiglia della città che ospitano 380 persone con disabilità gravi, se Roma Capitale non interverrà al più presto attribuendo nuove risorse.
Per decidere subito un programma di riorganizzazione nella gestione delle strutture residenziali per persone adulte con disabilità. E soprattutto per individuare, con tagli sulle voci di spesa del bilancio di Roma Capitale non altrettanto urgenti, una quota di almeno 1,5 milioni di euro, indispensabile per coprire le spese correnti fino alla fine del 2011.
Quella delle Case famiglia nella Capitale è divenuta una situazione ormai insostenibile che, se non corretta in tempi brevissimi, porterà le strutture alla inevitabile chiusura.
Da marzo 2007 il Comune di Roma non adegua infatti le rette corrisposte alle Case agli effettivi costi di gestione, versando meno del 50% di quello che servirebbe.
Diversi appelli sono stati rivolti alle istituzioni negli ultimi mesi dalle associazioni che si impegnano ogni giorno per garantire una qualità di vita degna ai cittadini più fragili. Proprio quelli che rischiano oggi di diventare “i più soli tra i soli”.
Tanto che lo scorso 28 giugno l’Assemblea Capitolina, a seguito delle ripetute richieste di intervento, ha approvato all’unanimità una mozione per definire un incremento immediato ma graduale delle rette corrisposte alle Case famiglia, tale da garantire nel 2011 una copertura del 67% delle risorse necessarie, per raggiungere il 100% solo nel 2016. L’Assemblea Capitolina impegnava inoltre il Sindaco e la Giunta ad approvare una delibera in questo senso entro 90 giorni.
Sono trascorsi da allora quasi 5 mesi, ma non si è ancora riusciti a trasformare l’intenzione lodevole in azione concreta.
“Siamo qui oggi per scongiurare un vero e proprio dramma umano e sociale” ha commentato Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale. “Se non troviamo subito i finanziamenti indispensabili per coprire i costi delle Case, saremo costretti a riconsegnare al Sindaco le chiavi delle 54 strutture che accolgono nella Capitale persone con disabilità medie e gravi. E, con l’inizio del nuovo anno – ha concluso Berliri - a presentare alle istituzioni capitoline un programma dettagliato di dismissione degli ospiti delle Case famiglia”.
Le associazioni che operano a sostegno delle persone con disabilità si rivolgono quindi alle istituzioni tutte - Roma Capitale, Provincia, Regione Lazio - per trovare subito soluzioni percorribili.
“Chiediamo il necessario per garantire l’indispensabile – hanno aggiunto Ciro De Geronimo di Confcooperative Lazio, Pino Bongiorno di Legacoopsociali Lazio, Eugenio De Crescenzo di AGCI Lazio - la sopravvivenza delle Case famiglia, un patrimonio per la città. Vere e proprie abitazioni che rappresentano la casa, la famiglia, la vita intera di persone altrimenti completamente sole”.
Ufficio Stampa:
Silvia Lanzano
339.3609610 – ufficiostampa@casaalplurale.org
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