mercoledì 15 dicembre 2010

Roma: le nuove frontiere della riabilitazione dell'ipovedente

Dall'occhio bionico alle cellule staminali. 
A Roma si discute sulle nuove sfide della ricerca sulla riabilitazione visiva in occasione del "Secondo simposio internazionale sulla riabilitazione dell'ipovedente e sull'abilità visiva", che si terrà dal 15 al 17 dicembre. Un'occasione, spiegano gli organizzatori, "per creare occasione di confronto scientifico tra i maggiori esperti nazionali e internazionali sui differenti modelli e metodi di riabilitazione visiva, sull'innovazione tecnologica e sugli strumenti e ausili ottici, elettronici e informatici per l'ipovisione".

Secondo l'Istat, in Italia gli ipovedenti si stimano siano circa 1,5 milioni, 362mila i non vedenti. Tra le malattie dell'occhio che causano spesso disabilità sono la cataratta, il glaucoma e la degenerazione maculare legata all'età, che nei paesi industrializzati è la prima malattia causa di cecità e ipovisione. 
"Ad una prima diffusione quantitativa dei servizi di riabilitazione visiva - spiega Giuseppe Castronovo, presidente della Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia Onlus -, scaturita dall'emanazione della legge n. 284/97, non è seguito uno sviluppo qualitativo omogeneamente diffuso a livello territoriale, capace di soddisfare la domanda locale. Per colmare questa lacuna, nonché per incrementare la ricerca nell'ipovisione e creare una rete di raccordo tra le differenti realtà locali, abbiamo istituito a Roma il Polo Nazionale di servizi e ricerca per la prevenzione della cecità e la riabilitazione visiva degli ipovedenti".

La sede dell'iniziativa è il Centro Congressi Parco dei Principi, in via G. Frescobaldi, 5. 
"Siamo sicuri - aggiunge Castronovo - che dalla discussione e dal confronto si ricaveranno validi e significativi contributi scientifici e politico-sociali per lo sviluppo di tutti gli aspetti legati alla riabilitazione, ma siamo altrettanto sicuri che il nostro simposio saprà dare le risposte che gli ipovedenti si attendono soltanto se metteremo al centro dell'intervento riabilitativo l'individuo, nella sua globalità, fatta di caratteristiche personali, di bisogni e di motivazioni".

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